Ritenuto all’epoca il più elegante e moderno fra quelli presenti a Busseto, Palazzo Orlandi fu progettato dall’architetto e pittore bussetano Giuseppe Cavalli che lo realizzò agli inizi del XVIII secolo ispirandosi allo stile neoclassico, realizzandone anche i decori del salone principale.
Il Palazzo, proprio per la sua bellezza, suscitò l’interesse di Giuseppe Verdi, che lo acquistò nel 1845. Qualche anno dopo, il maestro vi si trasferì assieme alla compagna Giuseppina Strepponi, con la quale convisse fino al 1851, suscitando lo scandalo dei benpensanti. Durante il periodo trascorso a Palazzo Orlandi, Verdi compose le opere Luisa Miller, Stiffelio e Rigoletto.
A seguito dell’atteggiamento ostile dei bussetani nei confronti della Strepponi, Verdi decise di trasferirsi nel piacentino, dove acquistò una tenuta a Sant’Agata nella quale eresse la villa.
Il Palazzo fu poi venduto da Verdi a Giuseppina Strepponi, ma ben presto anche la nuova proprietaria lo vendette; quello che ne ricavò fu destinato ai poveri di Busseto. Nell’appartamento è allestita un’esposizione di arredi d’epoca, autografi, cimeli verdiani e di Arturo Toscanini, il quale tra il 1913 e il 1926 fu ospite della famiglia Orlandi che ne aveva acquisito la proprietà. Attualmente il palazzo è di proprietà privata ed è chiuso per restauri.