L‘impegno sociale e umanitario di Giuseppe Verdi nel Piacentino si concretizzò anche nella realizzazione dell’ospedale di Villanova. La struttura sanitaria fu infatti costruita solo ed esclusivamente grazie all’impegno finanziario del Maestro. Venne inaugurata nel 1888 con l’ingresso nella struttura ospedaliera dei primi dodici degenti, tanti ne poteva contenere allora. Prima della costruzione dell’ospedale gli abitanti della borgata in riva all’Arda erano costretti a percorrere una quarantina di chilometri per farsi curare a Piacenza. La realizzazione dell’ospedale fu per il Maestro l’avverarsi di un sogno. Verdi ne ispirò lo statuto e resse direttamente le sorti del nosocomio attraverso una commissione da lui eletta, che ebbe il compito di amministrarlo fino al 1901.
L’ospedale era al servizio dei poveri del Comune e ad esso Verdi si dedicò, insieme alla Strepponi, occupandosi personalmente anche degli arredi e delle attrezzature sanitarie. Un coinvolgimento a tutto campo per il Maestro più che mai attivo in quegli anni.
La sollecitudine con cui Verdi si occupò dell’ospedale emerge dall’attenzione con cui egli stesso si occupò della stesura degli articoli dello statuto. Il “conservatore” dei beni doveva badare che gli ammalati venissero accuditi e curati al meglio, affinché non rimanessero ricoverati più del dovuto; prestare assistenza al personale di servizio, controllare i dipendenti, seguire con scrupolo l’andamento dei fondi rustici che alimentavano il finanziamento dell’istituto sanitario.
Presidente del Consiglio d’amministrazione dell’ospedale era il sindaco di Villanova, Giacomo Persico, con il quale Verdi ebbe rapporti di stima sia sotto il profilo umano che professionale. Dall’epistolario ricorrente tra i due emerge l’impegno costante per la povera gente di Villanova.
Oggi l’ospedale è affiancato da un moderno complesso, sede di un centro di recupero e rieducazione funzionale tra i migliori in Italia.