27 appassionati, 27 uomini


Vittorio Gallese

  

Socio del Club dal 1996

Predecessori:
  • Schittone Nino 1979 - 1995
  • Gerbella Gino 1967 - 1979
   

I Lombardi alla prima Crociata

Librettista: Temistocle Solera
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 11 Febbraio 1843

   

L’OPERA

Raccontata dal socio

I Lombardi alla prima Crociata
Atto I – La vendetta
Tra il 1095 e il 1097. Pagano, geloso del fratello Arvino, ha cercato di ucciderlo nel giorno delle sue nozze con Viclinda. Perciò è stato esiliato. Dopo molti anni ritorna a Milano vestendo l’abito del penitente, e ha luogo la riconciliazione. In realtà egli comincia a ordire una trama contro il fratello, servendosi di Pirro. Viene assoldato un gruppo di sicari. Ma Arvino ha un presentimento e si prepara contro l’oscura minaccia che sente avvicinarsi. La notte dell’attentato al buio, Pagano colpisce qualcuno con la sua spada: è il padre. Disperato, cerca di suicidarsi ma viene arrestato.
Atto II – L’uomo della caverna
Ad Antiochia. Il tiranno Acciano prega Allah perché scateni la sua ira contro i crociati. Suo figlio Oronte è innamorato di una prigioniera cristiana, Giselda, figlia di Arvino e Viclinda, e vuole convertirsi al cristianesimo, come ha già fatto segretamente sua madre Sofia. Intanto Pirro arriva nei pressi della città e raggiunge Pagano, che si è ritirato in una caverna e fa l’eremita per espiare le sue antiche colpe. Pagano si dichiara disponibile ad accompagnare i crociati nella città infedele. Quando si accorge che si tratta dei Lombardi, anche Pagano si arma.
Nell’harem. Sofia annuncia a Giselda che Acciano e Oronte sono stati uccisi; la giovane impreca contro l’ingiusto dio che permette la guerra e Arvino sopraggiunto, vorrebbe ucciderla per la sua empietà: quella è una guerra santa. Il pio eremita, che non è stato riconosciuto, la salva: “Si tratta, dice, di una povera pazza”.
Atto III – La conversione
Oronte non è morto; ferito e travestito da crociato, ritrova Giselda nella valle di Josafath. I due si promettono eterno amore. Devono fuggire, perché Arvino, che ha saputo dell’amore della figlia, li sta cercando per separarli; ha anche sentito che Pagano si aggira nei pressi, e si ripromette di punirlo in modo definitivo. Oronte e Giselda si rifugiano nella grotta dell’eremita. Qui il ferito viene battezzato, e spira tra le braccia della fanciulla amata.
Atto IV – Il Santo Sepolcro
Giselda ha una visione: Oronte predice che troveranno acqua nel deserto. I crociati, in realtà, stanno soffrendo la sete, ma la fonte di Siloe si mette miracolosamente a gettare acqua. Riprendono i combattimenti e l’eremita è ferito a morte. Portato nella tenda di Arvino, rivela di essere Pagano. Il comandante crociato lo perdona, lo prende in braccio e lo conduce all’entrata della tenda. Da lì può vedere che la bandiera cristiana già sventola su Gerusalemme conquistata.

Jerusalem
Atto I
Il matrimonio fra Hélène, figlia del conte di Tolosa, e Gaston, conte di Béarn, dovrebbe porre fine alla guerra civile fra i due casati. La folla auspica l’alleanza sotto le comuni insegne crociate. Entrano il conte, suo fratello Roger, Hélène e Isaure, dama di compagnia. Giungono anche Gaston e i suoi. I vecchi nemici si stringono la mano e le nozze vengono acconsentite. Ma Roger, attratto incestuosamente dalla nipote, brucia di gelosia, mentre quasi tutti hanno oscuri presentimenti. Giunge il legato papale Adhémar de Monteil che nomina il conte capo supremo dei crociati francesi in Terrasanta. Giuramento solenne, poi tutti se ne vanno. Dalla cappella vicina s’ode un canto di monache. Roger, tornato indietro, è inquieto. Giunge un soldato sconosciuto. Roger lo ammonisce: dei due inginocchiati a pregare dovrà risparmiare quello che porta la tunica e uccidere l’altro. Il sicario entra nella cappella, mentre alcuni crociati schiamazzano sul canto delle monache. Dalla cappella s’odono delle grida: assassino! Ma a cadere sotto i colpi è stato il conte, che, in segno di pace, aveva ceduto la tunica a Gaston. Il visconte viene condannato all’esilio.
Atto II
In una grotta in Palestina, Roger, in preda al rimorso, è divenuto un santo eremita. Egli disseta un pellegrino, poi corre a soccorrere i suoi compagni. Giungono due donne, Hélène e Isaure, in Terrasanta sulle tracce di Gaston. Esse riconoscono nel pellegrino il suo scudiero e vengono a sapere che il padrone si trova a Ramla. Partite le donne, giungono i crociati francesi, con Ademar e un redivivo conte di Tolosa sopravvissuto alle ferite riportate. Quando Roger torna e lo vede vivo e vegeto, ha un sussulto, ma non gli si rivela. Chiede solo di poter combattere con i crociati, per espiare un antico delitto. A Ramla, Gaston è ostaggio dell’emiro. Un ufficiale trascina Hélène, appena catturata. Ella racconta che i crociati del padre non oseranno attaccare. Rimasti soli, i due giovani si abbracciano. Ma l’armata cristiana è vicina. Gaston ed Hélène, lasciati soli dai difensori, tentano la fuga ma sono ripresi.
Atto III
Nell’harem dov’è rinchiusa, Hélène assiste alle danze delle concubine. Entra l’emiro e annuncia che, se i crociati attaccheranno, la sua testa cadrà. S’ode un gran tumulto: i cristiani sono già dentro Ramla. Giunge Gaston, che si è liberato. Entra vittorioso con i suoi il conte di Tolosa, fa arrestare il suo quasi assassino e, incurante delle smanie di Hélène, la trascina via di forza. Nella piazza di Ramla, i crociati, col conte e il legato del papa, condannato a morte Gaston per l’indomani. Il giovane, disperato, vorrebbe morire subito.
Atto IV
Nella valle di Josafat, Hélène passa accanto alla tenda di Gaston. Ademar chiede all’eremita di assistere il condannato. Quando questo è tratto fuori, Hélène, con Isaure, attende l’esito dello scontro. Giunge il conte vittorioso in compagnia di un misterioso guerriero, con la celata abbassata, che si è coperto di gloria: è Gaston, che si rivela a tutti, chiedendo giustizia. Giunge anche l’eremita Roger ferito a morte, ma in tempo per rivelare la verità e contemplare con gioia Gerusalemme liberata.).