27 appassionati, 27 uomini


Segretario

Umberto Paini

  

Socio del Club dal 1996

Predecessori:
  • Giuseppe Azzali 1984 - 1996
  • Carlo Ziveri 1958 - 1984
   

I Vespri siciliani

Librettista: Eugène Scribe e Charles Duveryrier (traduzione italiana di Eugenio Caimi)
Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre de l'Opéra, 13 Giugno 1855

   

L’OPERA

Raccontata dal socio

Atto I
Palermo, 1282. Piazza Grande. La duchessa Elena è in lutto perché suo fratello Federigo d’Austria è stato giustiziato come traditore. Un soldato francese, Roberto, la costringe a cantare. Con il suo canto, Elena infiamma i cuori dei siciliani e ne nasce un vivace scontro con i francesi. Il governatore francese Guido di Monforte interviene e riporta la calma. Poi interroga un giovane siciliano, Arrigo, che si era fermato a parlare con la vedova e gli vieta di incontrarla perché è sospetta di essere rivoluzionaria. Ma Arrigo la raggiunge ugualmente.
Atto II
In una valle presso Palermo si incontrano Giovanni da Procida, esule rientrato clandestinamente, Elena e Arrigo. Giovanni annuncia che Pietro d’Aragona intende intervenire in Sicilia, se vi sarà un inizio d’insurrezione. Arrigo dichiara a Elena il suo amore; lei lo accetterà e ricambierà se Arrigo vendicherà suo fratello.
Atto III. Monforte, nel suo studio, viene a sapere, dalla lettera di una donna che aveva sedotto, che Arrigo è suo figlio. Lo chiama e glielo rivela: il giovane è sconvolto, perché sente che perderà Elena. La sera ha luogo un ballo mascherato. Giovanni da Procida comunica ad Arrigo che è pronto un piano per uccidere Guido di Monforte; il giovane lo difende. I cospiratori sono arrestati.
Atto IV
Giovanni da Procida ed Elena sono stati portati alla fortezza. Arrigo li raggiunge e si discolpa: doveva ripagare un debito filiale, ma ora ritorna con loro alla lotta. Elena gli conferma il suo amore, Giovanni annuncia che stanno per arrivare le armi per l’insurrezione. Monforte, intanto, escogita un ricatto: o Arrigo lo riconoscerà pubblicamente come padre, o manderà all’esecuzione i prigionieri. Arrigo cede, tutti sono liberati, e il governatore annuncia un’amnistia per le nozze del figlio con Elena. Quest’ultima non sa se accettare, ma Giovanni da Procida lo spinge a farlo: servirà per prendere tempo.
Atto V
Nei giardini del palazzo si svolge la festa per il matrimonio. Elena sta cantando, quando Giovanni da Procida le annuncia che al suono delle campane verrà sferrato l’attacco. La donna si ritrae, impaurita. Arrigo è disperato. Guido di Monforte non capisce cosa stia accadendo, vede solo che il matrimonio è in pericolo. Per accelerare il cerimoniale, fa suonare le campane. E l’opera finisce con l’inizio dell’invasione del giardino da parte degli insorti.