“Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita! Credimi, amico, quella Casa è veramente l’opera mia più bella”.
Così scrive Giuseppe Verdi in una lettera all’amico Giulio Monteverde.

Nel 1888 Verdi aveva già fatto realizzare non lontano dalla sua tenuta di Villanova sull’Arda un ospedale attrezzato per la popolazione locale. L’anno successivo, egli diede inizio al proprio progetto filantropico, una casa di riposo per cantanti e musicisti che si trovassero in condizioni disagiate. Nel 1889 egli scrisse all’editore milanese Giulio Ricordi che aveva acquistato un grande appezzamento di terra incolta a Milano, fuori Porta Garibaldi, dove aveva intenzione di erigere la casa di riposo. Egli annunciò dunque la propria intenzione a partire dal 1891 con un’intervista alla Gazzetta musicale Milano. La costruzione, eretta in stile neogotico dall’architetto Camillo Boito, fratello del celebre musicista Arrigo, amico del maestro Verdi, non iniziò però che nel 1896, anche se Verdi e la moglie Giuseppina incontrarono diverse volte l’architetto per rivedere insieme il progetto e migliorarlo sempre più. Nel 1895 Verdi fece testamento e stabilì che i proventi delle sue opere sarebbero serviti per pagare l’erezione della casa dopo la sua morte. Ad ogni modo la struttura venne completata nel 1899, ma Verdi per non apparire vanaglorioso non volle che alcun musicista vi mettesse piede sino al giorno della sua morte, avvenuta nel 1901. I primi ospiti giunsero nella struttura il 10 ottobre 1902 (data dell’anniversario di nascita del Maestro) e da allora la struttura ha accolto circa 1000 artisti, tra cantanti, direttori, coristi, orchestrali, docenti e coreuti, negli ultimi anni della loro vita.
Qui trovarono sepoltura anche lo stesso Verdi, accanto alla moglie Giuseppina Strepponi. Una targa ricorda inoltre la prima moglie Margherita Barezzi, scomparsa prematuramente per malattia proprio a Milano, al numero 3072 della Contrada San Simone, il 18 giugno 1840. Nella struttura è inoltre conservata la spinetta che il padre gli regalò da bambino per coltivare il suo spiccato talento musicale.
Con lo scopo di realizzare l’integrazione fra musicisti di diverse generazioni, la Fondazione nel 1998 ha proceduto a un’integrazione del suo scopo statutario: all’ospitalità per i musicisti più anziani, che resta comunque l’obiettivo prioritario dell’Ente, si aggiunge l’ospitalità ai giovani studenti di musica, meritevoli e bisognosi, che siano iscritti a scuole di musica riconosciute in Milano.
Nel suo testamento, Verdi ha destinato capitali e diritti d’autore delle sue opere al mantenimento della struttura. Tuttavia, la Casa di Riposo svolge la propria attività istituzionale soprattutto grazie alla generosità di numerosi benefattori e ad un discreto patrimonio mobiliare ed immobiliare.
Il 22 giugno 2007 la Fondazione Giuseppe Verdi ha costituito la Fondazione Casa dei Musicisti.
Tale Fondazione, nata senza fini di lucro, ha lo scopo esclusivo di ospitare i musicisti secondo le norme statutarie e regolamentari della Fondazione Giuseppe Verdi.
Con decorrenza 1° gennaio 2008, la Fondazione Giuseppe Verdi ha quindi conferito l’attività socio-assistenziale alla Fondazione Casa dei Musicisti.
L’indirizzo attuale è in piazza Michelangelo Buonarroti n. 29, nel cui centro svetta una statua raffigurante il Maestro in posizione eretta con le mani dietro la schiena.