Librettista: Salvatore Cammarano
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro di San Carlo, 8 Dicembre 1849
Nel Tirolo, prima metà del secolo XVII. Luisa Miller ama Rodolfo ed è da lui riamata. Il giovane è figlio del conte di Walter, che ha combinato per lui un altro matrimonio. Rodolfo non intende però abbandonare Luisa e giunge a ricattare il padre: se non potrà coronare il suo sogno d’amore, lo denuncerà di avere assassinato un cugino per strappargli il titolo e le terre.
Atto II
Miller, padre di Luisa, è stato arrestato per essersi opposto alle ingiustizie del conte. Potrebbe essere ucciso, se il castellano Wurm, innamorato di Luisa, non barattasse la sua vita con una lettera, in cui la ragazza afferma di non amare affatto Rodolfo, ma di corteggiarlo e accettarne gli amori soltanto per ambizione. Il castellano riesce quindi a far recapitare la lettera al giovane che, sconvolto sta per accettare le nozze volute dal padre.
Atto III
Luisa, che ha sacrificato il suo amore per salvare la vita al padre, non intende più vivere. Si accinge a scrivere un testamento, in cui rivelerà come si sono effettivamente svolti i fatti. Miller riesce a impedirle di uccidersi. Anzi, la convince a partire con lui. Mentre si preparano al viaggio, arriva Rodolfo: vuole sapere da Luisa se la lettera che ha intercettato è vera. La giovane, che per salvare il padre ha giurato di non sconfessare in alcun modo il castellano Wurm, annuisce. Non visto, Rodolfo mette del veleno in due bicchieri e beve, con Luisa.
La giovane, finalmente, si decide a dire la verità. Ma è troppo tardi. Il veleno sta cominciando a fare il suo effetto. Rodolfo maledice il padre, uccide il perfido Wurm, ma è destinato a morire insieme alla sua fedele Luisa.